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[13] Immagini, Identità e Media: Progettare Audiovisual Literacy

Esploriamo come progettare lesson plan innovativi per sviluppare competenze di audiovisual literacy, analizzando "The Fabelmans" e "Unorthodox" tra cinema, serie TV e nuove pratiche didattiche. Un viaggio attraverso esempi concreti, riflessioni critiche e attività creative per promuovere la media education.


Chapter 1

Introduzione alle New Literacies e all’Audiovisual Literacy

Sandra Catellani

Bentornati a Didattica delle New Literacies! Io sono Sandra Catellani, e oggi, insieme a Valentino Curreri, vi portiamo dentro il capitolo 12 del libro "Didattica delle New Literacies" curato da Pier Cesare Rivoltella e Chiara Panciroli, con un focus speciale sul contributo di Elisa Farinacci e Roy Menarini. Valentino, oggi parliamo di lesson plan per l’audiovisual literacy, un tema che, diciamolo, ormai non è più solo per gli addetti ai lavori.

Valentino Curreri

Assolutamente, Sandra. E cito subito il titolo del capitolo: "Progettare: un lesson plan per una Audiovisual Literacy con/ai/per i media". Farinacci e Menarini ci ricordano che integrare le competenze audiovisive nella didattica contemporanea non è solo utile, ma necessario. Siamo in un’epoca in cui i media plasmano la nostra percezione della realtà, e la scuola non può restare indietro.

Sandra Catellani

Sì, e se ci pensi, già nelle scorse puntate abbiamo visto come le New Literacies siano un materiale vivo, che si adatta e si trasforma. Ma oggi la domanda chiave è: perché proprio l’audiovisual literacy è fondamentale per studenti e insegnanti? Io direi che è la chiave per leggere, interpretare e anche produrre contenuti in un mondo dove le immagini parlano quanto, se non più, delle parole.

Valentino Curreri

Esatto. E come dicono gli autori, "Sviluppare negli studenti la capacità di analizzare i linguaggi audiovisivi come strutture narrative complesse" è uno degli obiettivi principali. Non si tratta solo di guardare un film o una serie, ma di capire come funzionano, cosa ci raccontano e come ci influenzano. Ecco perché oggi ci addentriamo proprio in questo: progettare lesson plan che mettano al centro l’audiovisual literacy.

Chapter 2

Progettare un Lesson Plan Efficace

Valentino Curreri

Sandra, nel capitolo si legge: "Progettare un lesson plan efficace richiede una comprensione approfondita delle competenze audiovisive." Ecco, questa frase mi ha colpito perché spesso si pensa che basti scegliere un film o una serie e il gioco è fatto. Ma non è così semplice, vero?

Sandra Catellani

No, per niente! Anzi, la progettazione richiede attenzione a tanti elementi: la scelta del testo audiovisivo, la definizione degli obiettivi, la preparazione di attività che stimolino sia l’analisi critica sia la creatività. Ti racconto un’esperienza personale: qualche anno fa ho progettato un laboratorio dove gli studenti dovevano realizzare un breve documentario sulla loro scuola. All’inizio erano un po’ spaesati, ma poi, lavorando su riprese, montaggio e storytelling, hanno iniziato a vedere la scuola con occhi diversi. E la cosa più bella è stata vedere come la produzione audiovisiva abbia dato voce anche ai più timidi.

Valentino Curreri

Mi piace molto questo esempio, perché mostra come la progettazione non sia mai neutra. Ogni scelta, dal tipo di attività al modo in cui si guida la discussione, può fare la differenza. E, come sottolineano Farinacci e Menarini, bisogna sempre tenere insieme analisi critica e produzione creativa. Non basta capire come funziona un film, bisogna anche provare a farlo, a smontarlo e rimontarlo, per davvero.

Sandra Catellani

E poi, la flessibilità! Un lesson plan efficace deve poter essere adattato alle risposte degli studenti, ai loro interessi, alle dinamiche di gruppo. Non esiste una ricetta unica, ma una cassetta degli attrezzi da cui attingere a seconda delle situazioni. E qui, la media education diventa davvero un laboratorio di cittadinanza attiva.

Chapter 3

Il Cinema come Strumento di Media Education: The Fabelmans

Sandra Catellani

Entriamo nel vivo con "The Fabelmans" di Steven Spielberg, che nel capitolo viene proposto come esempio di lesson plan. Valentino, perché proprio questo film?

Valentino Curreri

Beh, "The Fabelmans" è un racconto di formazione, ma anche un’autobiografia, un viaggio dentro il senso stesso del cinema. Spielberg racconta la sua infanzia, la passione per il cinema, il rapporto con la famiglia, le difficoltà e le scelte. È un film che permette di lavorare su tanti livelli: autorialità, creatività, scienza e arte, famiglia, identità. E poi, come dicono gli autori, "il film viene attraversato da continue riflessioni sul senso delle immagini, sul loro ruolo nella comunicazione collettiva".

Sandra Catellani

E ci sono scene davvero potenti, come quella del film scolastico e la scena del mare. Sono momenti in cui il protagonista, Sammy, usa il cinema per raccontare la realtà, ma anche per trasformarla, per dare un senso a quello che vive. E qui mi viene da chiederti: in che modo il racconto autobiografico può stimolare la riflessione negli studenti?

Valentino Curreri

Ottima domanda. Il racconto autobiografico, soprattutto quando è così sincero e complesso, invita gli studenti a interrogarsi sulle proprie passioni, sulle proprie storie, su come rappresentare se stessi e la propria realtà. E poi, permette di discutere temi come il bullismo, l’identità culturale, il rapporto con i genitori. Insomma, il cinema diventa uno specchio, ma anche una finestra su mondi possibili.

Sandra Catellani

E non dimentichiamo che, come dice il testo, "il cinema è al tempo stesso una tecnica e una forma d’arte". Quindi, lavorare su "The Fabelmans" significa anche far dialogare scienza e creatività, tecnica e visione. E questo, in classe, può davvero fare la differenza.

Chapter 4

Analisi Tecnica e Narrazione nel Cinema

Valentino Curreri

A proposito di tecnica, il capitolo insiste molto sull’analisi delle sequenze. Io, con i miei studenti, ho lavorato proprio sulla scena del film scolastico al mare. Abbiamo analizzato come il montaggio, la musica, le inquadrature costruiscano il senso della scena. Ad esempio, il modo in cui Sammy esagera le qualità del bullo Logan, usando ralenti e musica trionfale, è una scelta che dice molto sia sul personaggio sia sul potere delle immagini.

Sandra Catellani

Sì, e qui entra in gioco anche la dimensione etica. Perché, come sottolinea il capitolo, "la determinazione di un significato con questi strumenti tecnici può avere finalità positive ma anche negative". Manipolare le immagini può servire a svelare rapporti di potere, ma anche a costruire narrazioni distorte. E allora, come si garantisce un uso deontologicamente corretto delle immagini?

Valentino Curreri

È una domanda che non ha una risposta semplice. Bisogna lavorare molto sulla consapevolezza, sul confronto, sulla discussione collettiva. L’analisi audiovisiva, se fatta bene, aiuta gli studenti a sviluppare uno sguardo critico, a non prendere mai nulla per scontato. E, come abbiamo visto anche in altri episodi, la media education è proprio questo: allenare il pensiero critico, la capacità di interrogare i media e le loro rappresentazioni.

Sandra Catellani

E poi, c’è anche la dimensione narrativa: perché l’autore decide di concentrare certi confronti proprio durante la proiezione del film scolastico? Che ruolo hanno i riti collettivi, come il ballo di fine anno, nella costruzione della storia? Sono tutte domande che aprono a riflessioni più ampie, anche sul nostro modo di vivere e rappresentare la realtà.

Chapter 5

Serialità Televisiva e Identità: Unorthodox

Sandra Catellani

Passiamo ora alla serialità televisiva con "Unorthodox", la miniserie Netflix scelta da Farinacci per il secondo lesson plan. Qui il focus si sposta sulla ricerca di sé, sull’identità, sul confronto tra tradizione e modernità. Valentino, cosa rende "Unorthodox" così interessante dal punto di vista didattico?

Valentino Curreri

"Unorthodox" è un racconto crossmediale, ispirato a una storia vera, che usa tecniche narrative complesse: flashback, montaggio non lineare, cambi di palette cromatica per distinguere passato e presente. Seguiamo Esty, una giovane donna che fugge dalla comunità ultraortodossa per cercare la propria strada. La serie permette di lavorare su temi come l’identità, la libertà, il rapporto con le tradizioni. E, come dice il capitolo, "il percorso di crescita e indipendenza di Esty viene rappresentato attraverso dettagli visivi e dialoghi significativi".

Sandra Catellani

E la scena del lago, ad esempio, è potentissima: Esty si immerge, si toglie la parrucca, compie un gesto simbolico di liberazione. Analizzare questa scena con gli studenti significa parlare di identità, di riti, di scelte difficili. Ma anche di come le immagini possano raccontare emozioni e trasformazioni profonde.

Valentino Curreri

E qui ti giro una domanda: qual è, secondo te, il ruolo delle serie TV nella formazione della coscienza critica degli studenti?

Sandra Catellani

Guarda, io credo che le serie TV, proprio per la loro serialità e complessità, siano uno strumento potentissimo. Permettono di seguire l’evoluzione dei personaggi, di confrontarsi con mondi diversi, di riflettere su temi attuali. E, se usate bene in classe, aiutano gli studenti a sviluppare empatia, spirito critico e capacità di analisi. Insomma, sono una palestra per la mente e per il cuore.

Chapter 6

Attività Pratiche e Produzione Audiovisiva

Valentino Curreri

Arriviamo alle attività pratiche, che sono il cuore dei lesson plan proposti nel capitolo. Si parla di analisi critica, produzione audiovisiva, confronto con fonti critiche. Sandra, tu hai condotto diversi laboratori di questo tipo, vero?

Sandra Catellani

Sì, e ti dirò, sono le attività che danno più soddisfazione. Ricordo un laboratorio in cui i ragazzi dovevano riprendere un’assemblea scolastica con smartphone e poi montare il materiale. All’inizio sembrava un gioco, ma poi, discutendo le scelte di montaggio, la selezione delle immagini, sono emerse riflessioni profonde su cosa significa rappresentare una comunità, su quali storie raccontare e come. E, come suggerisce il capitolo, "favorire l’espressione creativa attraverso attività pratiche di ripresa e montaggio stimola l’interazione tra analisi critica e produzione audiovisiva".

Valentino Curreri

E non dimentichiamo il confronto con la critica cinematografica. Far leggere agli studenti recensioni diverse, chiedere loro di scrivere una propria recensione o una video-pillola per i social, li aiuta a sviluppare competenze mediaeducative trasversali. È un modo per allenare la scrittura, la sintesi, la capacità di argomentare e di scegliere il registro comunicativo più adatto.

Sandra Catellani

E tutto questo, alla fine, contribuisce a sviluppare una vera media literacy: non solo saper decodificare i messaggi, ma anche produrli, criticarli, discuterli. E, soprattutto, farlo insieme, in modo partecipativo e creativo.

Chapter 7

La Funzione Sociale del Cinema e della Serialità

Sandra Catellani

Siamo arrivati alla riflessione finale: qual è la funzione sociale del cinema e della serialità? Il capitolo ci invita a pensare all’impatto delle rappresentazioni mediali nella costruzione della realtà. Valentino, cosa ne pensi?

Valentino Curreri

Penso che sia un tema centrale. Il cinema e le serie TV non sono solo intrattenimento, ma strumenti che plasmano il nostro modo di vedere il mondo, di capire gli altri, di immaginare il futuro. Come si legge nel capitolo, "la forza delle rappresentazioni mediali e il loro impatto nella costruzione della nostra esperienza del mondo" sono elementi che la scuola deve affrontare con consapevolezza.

Sandra Catellani

E qui la media education diventa fondamentale per aiutare studenti e studentesse a navigare la complessità dei media contemporanei. Non si tratta solo di difendersi dalle fake news o dalle manipolazioni, ma di imparare a leggere tra le righe, a riconoscere i diversi punti di vista, a costruire una propria opinione informata e critica.

Valentino Curreri

E, come abbiamo visto anche nelle puntate precedenti, la scuola ha il compito di formare cittadini capaci di pensiero critico, sistemico e globale. Il cinema e la serialità sono alleati preziosi in questo percorso, se usati con intelligenza e creatività.

Sandra Catellani

E con questa riflessione chiudiamo l’episodio di oggi. Grazie, Valentino, per il confronto sempre stimolante. E grazie a chi ci ha ascoltato: continuate a seguirci, perché il viaggio nella didattica delle New Literacies è appena cominciato. Alla prossima!

Valentino Curreri

Grazie a te, Sandra, e un saluto a tutti. Ci sentiamo presto, ciao!