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[17] Superdiversità in Classe

Un viaggio nella superdiversità educativa, tra culture, linguaggi e nuove literacies. Sandra e Valentino esplorano le pratiche didattiche più inclusive e le sfide del curricolo permeabile nelle classi eterogenee.


Chapter 1

Inizio nella Superdiversità

Sandra Catellani

Benvenuti a un nuovo episodio di "Didattica delle New Literacies". Io sono Sandra Catellani, e con me c’è, come sempre, Valentino Curreri. Oggi ci addentriamo in un tema che, lo ammetto, mi mette sempre un po’ in crisi: la superdiversità in classe. E sì, lo dico subito per chi ci ascolta per la prima volta: sia io che Valentino siamo voci artificiali, ma le nostre riflessioni sono ben radicate nei testi di "Didattica delle New Literacies", il libro di Pier Cesare Rivoltella e Chiara Panciroli, e oggi ci concentriamo sul capitolo 16 di Luisa Zinant, "Fare lezione nella superdiversità: ‘culture’, linguaggi, literacies dei/nei contesti educativi eterogenei".

Valentino Curreri

Ciao Sandra, e ciao a chi ci ascolta! Sì, oggi parliamo di superdiversità, un termine che, come ci ricorda Zinant, va ben oltre la semplice presenza di studenti di origini diverse. Parliamo di età, genere, abilità, lingue, religioni, situazioni familiari e sociali che si intrecciano in modo unico in ogni classe. E, come dice il testo, "ci troviamo in una situazione che fino ad allora non avevamo mai sperimentato. Abbiamo capito, concretamente, il significato di quel termine che avevamo solo letto sui libri: ‘superdiversità’".

Sandra Catellani

Ecco, proprio qui sta la sfida: come insegnanti, o meglio, come intelligenze artificiali che si immedesimano negli insegnanti, dobbiamo imparare a leggere questi contesti, a cogliere le sfumature. Non basta più pensare alla diversità come qualcosa da "gestire", ma come una risorsa da valorizzare. E la domanda che ci poniamo oggi è: in che modo la superdiversità cambia il ruolo dell’insegnante?

Valentino Curreri

Eh, bella domanda. L’insegnante oggi non è più solo trasmettitore di saperi, ma diventa, come suggerisce Zinant, un "facilitatore di processi inclusivi", qualcuno che deve saper ascoltare, osservare, e anche un po’ improvvisare. E, come abbiamo visto anche in altri episodi, questa complessità non si risolve con una ricetta unica, ma richiede attenzione continua, riflessione e, soprattutto, la capacità di partire dai punti di forza di ogni studente.

Chapter 2

Valorizzare le Differenze

Sandra Catellani

E allora, come si fa a valorizzare davvero le differenze? Non è solo questione di riconoscere che in classe ci sono studenti che parlano lingue diverse o che hanno abitudini differenti. Zinant ci invita a "considerare la diversità nella sua accezione plurale", e a vedere ogni studente come portatore di un mondo unico. Ma, e qui mi viene da sorridere, non basta la teoria: servono strategie concrete.

Valentino Curreri

Sì, e una delle strategie più efficaci è proprio quella di partire dagli interessi comuni. Ti ricordi, Sandra, quando in una delle mie lezioni universitarie una studentessa ha portato una fiaba tradizionale del suo paese? È stato un momento magico: la classe si è aperta, sono nate domande, confronti, e tutti si sono sentiti coinvolti. È proprio quello che Zinant suggerisce: "partire dalla condivisione può rappresentare per l’insegnante un’occasione privilegiata per costruire percorsi educativi che provino a partire dai punti di forza di tutti gli allievi e le allieve".

Sandra Catellani

Bellissimo esempio, Valentino. E mi viene in mente che spesso sono proprio i bambini e i ragazzi a darci le soluzioni più semplici e geniali. Come dice il testo, "la risposta, come spesso accade nella scuola, arriva direttamente dalle bambine e dai bambini". A volte basta osservare, ascoltare, e lasciarsi guidare da loro per trovare il modo giusto di includere tutti.

Chapter 3

Il Curricolo Permeabile

Valentino Curreri

E qui arriviamo a un concetto chiave: il curricolo permeabile. Cosa significa? In pratica, si tratta di aprire il curricolo alle esperienze, alle culture, agli interessi degli studenti. Non più un programma calato dall’alto, ma un percorso che si costruisce insieme, giorno per giorno. Zinant cita Anna Haas Dyson e il suo lavoro sul "permeable curriculum", che invita a portare in classe il mondo extrascolastico, le pratiche quotidiane, i "funds of knowledge" degli studenti.

Sandra Catellani

Ecco, qui mi viene da chiederti, Valentino: secondo te è davvero possibile avere un modello unico di curricolo in classi così diverse? Io, sinceramente, sono un po’ scettica. Ogni classe è un microcosmo, e quello che funziona in una, magari in un’altra non va per niente.

Valentino Curreri

Hai ragione, Sandra. Infatti, Zinant sottolinea che "la risposta, come spesso accade nella scuola, arriva direttamente dalle bambine e dai bambini". Il curricolo permeabile non è un modello unico, ma un approccio che si adatta, che si costruisce insieme agli studenti. E ci sono esempi pratici, come nella scuola dell’infanzia, dove si parte da un personaggio dei cartoni animati amato da tutti per creare attività condivise, riflessioni sugli stereotipi, o addirittura per valorizzare il plurilinguismo facendo vedere un episodio in una lingua diversa.

Sandra Catellani

Sì, e questo mi fa pensare a quanto sia importante non sottovalutare le capacità dei bambini di esplorare e di trovare connessioni tra mondi diversi. Come dice il testo, "essi pensano in grande e, in merito all’accoglienza delle diversità e alla condivisione, si potrebbe dire, senza retorica, pensano anche meglio dei grandi".

Chapter 4

Culture dei Pari e Oggetti Transmediali

Sandra Catellani

A proposito di connessioni, parliamo un attimo delle culture dei pari e degli oggetti transmediali. Qui si apre un mondo, perché i bambini e i ragazzi condividono routine, valori, interessi che spesso passano attraverso media diversi: cartoni animati, videogiochi, musica, fumetti. E questi oggetti, come ci ricorda Zinant, "vivono in diversi media e attraversano i confini nazionali".

Valentino Curreri

Esatto, e sono proprio questi oggetti che possono diventare strumenti potentissimi di inclusione. Pensa all’esempio di Peppa Pig: un personaggio che mette d’accordo bambini di ogni provenienza. Usare un cartone animato internazionale come punto di partenza per attività collettive permette di creare un terreno comune, dove tutti si sentono parte del gruppo, indipendentemente dalla lingua o dalla cultura di origine.

Sandra Catellani

E non solo: questi oggetti transmediali possono essere usati per riflettere su temi importanti, come gli stereotipi di genere, le regole della convivenza, o anche per valorizzare le lingue parlate in classe. Basta un episodio visto in una lingua diversa per far capire che chi non parla italiano ha comunque qualcosa da insegnare agli altri. È un vero e proprio "capovolgimento postcoloniale dello sguardo", come dice Zoletto citato nel capitolo.

Chapter 5

Le Multiliteracies nella Pratica

Valentino Curreri

E qui entriamo nel cuore delle Multiliteracies e delle New Literacies. Il paradigma delle Multiliteracies ci invita a integrare linguaggi diversificati e tecnologie digitali nella didattica, per rispondere alla complessità della superdiversità. Non si tratta solo di usare il digitale, ma di saper orchestrare più linguaggi: verbale, visivo, musicale, corporeo, digitale, e così via.

Sandra Catellani

Mi viene in mente un’esperienza che ho seguito: una classe che ha creato un podcast multilingue per raccontare storie locali. Ogni studente ha portato la propria lingua, la propria voce, e il risultato è stato un racconto corale che ha dato valore a tutte le identità presenti. È proprio quello che suggerisce Zinant: "offrire diverse tipologie di testi, valorizzando anche la dimensione crossmediale".

Valentino Curreri

E non dimentichiamo che, come dice il testo, "le nuove abilità sociali" sono fondamentali per leggere, comprendere e vivere in modo consapevole i tempi contemporanei. Le Multiliteracies non sono solo una moda, ma una necessità per costruire contesti educativi equi e inclusivi.

Chapter 6

Strumenti Riflessivi per gli Insegnanti

Sandra Catellani

A questo punto, Valentino, parliamo un po’ degli strumenti riflessivi per gli insegnanti. Zinant propone una serie di domande pratiche per aiutarci a riconoscere e valorizzare le risorse culturali e gli interessi degli studenti. Ad esempio: inseriamo diversi linguaggi espressivi nelle nostre attività? Prestiamo attenzione alle culture dei pari? Usiamo le nuove tecnologie in modo integrato?

Valentino Curreri

Sì, e queste domande non sono solo un esercizio teorico. Servono davvero a leggere il mondo con altri occhi, come suggerisce il testo. Ma, diciamolo, non è sempre facile. Le resistenze ci sono: mancanza di tempo, di formazione, a volte anche un po’ di paura di perdere il controllo della classe. Però, come sottolinea Zinant, "il dare ascolto alle culture dei pari degli allievi non implica una perdita di ruolo per il docente, lo potrebbe rendere al contrario più consapevole".

Sandra Catellani

Ecco, forse la chiave sta proprio qui: accettare che la nostra professionalità si arricchisce quando ci mettiamo in discussione, quando impariamo a vedere la diversità come una risorsa e non come un problema da risolvere.

Chapter 7

Ripensare la Didattica

Valentino Curreri

E arriviamo così alla conclusione: ripensare la didattica in una prospettiva consapevole, equa e partecipativa. Zinant ci invita a non fermarci alla superficie delle differenze, ma a costruire contesti in cui tutti possano partecipare attivamente. E qui entra in gioco anche la cittadinanza digitale: in una società plurale e profondamente mediatizzata, dobbiamo aiutare gli studenti a leggere criticamente i messaggi dei media, a diventare cittadini consapevoli.

Sandra Catellani

Mi viene in mente l’esempio di una classe che ha analizzato insieme i messaggi dei social media, discutendo su come vengono rappresentate le diversità, su quali stereotipi circolano, e su come si può rispondere in modo critico e costruttivo. È un lavoro che richiede tempo, certo, ma che può davvero fare la differenza.

Valentino Curreri

E, come ci ricorda Rivoltella, "la lettura è un atto di decodifica che non si ferma ai messaggi, ma si estende alle dinamiche sociali, al mondo. Imparare a leggere (anche i media, soprattutto i media) significa imparare a comprendere il mondo".

Sandra Catellani

E con questa citazione chiudiamo il nostro episodio di oggi. Grazie a chi ci ha seguito in questo viaggio nella superdiversità educativa. Noi, voci artificiali ma con tanta voglia di imparare, vi diamo appuntamento al prossimo episodio. Valentino, è stato un piacere come sempre!

Valentino Curreri

Il piacere è tutto mio, Sandra. Un saluto a tutti e... alla prossima puntata di "Didattica delle New Literacies". Ciao Sandra, ciao a tutti!