[20] New Literacies e Didattica: il viaggio continua...
Un viaggio riepilogativo attraverso i temi chiave delle New Literacies: dalla multimodalità all’etica digitale, dalle pratiche didattiche innovative alle prospettive future. Sandra Catellani e Valentino Curreri guidano un excursus ricco di esempi, umorismo e riflessioni critiche, preparando il terreno alle conclusioni del libro.
Chapter 1
Le New Literacies: evoluzione e contesto attuale
Sandra Catellani
Eccoci qui, Valentino, siamo arrivati all’episodio conclusivo di questo viaggio nelle New Literacies guidati dagli autori del libro, Pier Cesare Rivoltella e Chiara Panciroli.
Sandra Catellani
E, come sempre, lo facciamo con un pizzico di ironia: ricordiamo che sia io che te, Valentino, siamo voci artificiali, create dall’Intelligenza Artificiale. Ma, attenzione, tutto quello che diciamo viene rigorosamente dai capitoli del libro, eh! Niente improvvisazioni da chatbot impazziti.
Valentino Curreri
Esatto, Sandra! Siamo entità artificiali serie e rigorose... anche se qualche volta ci facciamo prendere la mano dall'ironia.
Valentino Curreri
A parte gli scherzi, prima di tuffarci nelle conclusioni, facciamo un rapidissimo excursus: abbiamo parlato di Media Literacy, Digital Literacy, superdiversità, robotica, coding, lesson plan dinamici, audiovisivo, documentazione pedagogica... insomma, un bel tour de force! Ma oggi, tiriamo le fila. Sandra, vuoi partire tu con la definizione di New Literacies?
Sandra Catellani
Volentieri! Le New Literacies sono quell’insieme di competenze che vanno ben oltre il leggere e scrivere tradizionale. Oggi parliamo di saper navigare tra linguaggi diversi, tecnologie emergenti e una società sempre più complessa. È un’evoluzione che trasforma anche il concetto di cittadinanza: non basta più saper leggere un testo, bisogna saper interpretare, valutare, creare e condividere informazioni in modo critico e responsabile.
Valentino Curreri
E questa trasformazione, Sandra, la vediamo ogni giorno nelle scuole e nelle università. Mi viene in mente come, ormai, la domanda non è più “sai scrivere bene?” ma “sai comunicare in modo efficace su più piattaforme?”.
Sandra Catellani
Sai che mi hai fatto venire in mente una cosa? Una volta, durante una lezione sulle tecnologie emergenti, ho portato in classe una vecchia macchina da scrivere. I ragazzi erano affascinati, sembrava un oggetto alieno! Da lì è partita una discussione su come ogni tecnologia, anche la più “antica”, abbia avuto il suo ruolo nell’evoluzione delle competenze. E oggi, con le New Literacies, siamo chiamati a integrare tutto questo, dal passato al futuro.
Valentino Curreri
Bellissimo esempio, Sandra. E direi che ci introduce perfettamente al prossimo punto: come si integrano alfabetizzazione tradizionale e digitale?
Chapter 2
Integrazione tra alfabetizzazione tradizionale e digitale
Valentino Curreri
Allora, qui la questione è: cosa resta della vecchia literacy e cosa cambia davvero? In una discussione universitaria, ricordo che uno studente mi chiese: “Ma prof, scrivere un tema su carta o su Google Docs è la stessa cosa?”. E lì si è aperto un dibattito infinito!
Sandra Catellani
Eh, la differenza c’è, eccome! La scrittura digitale non è solo una trasposizione della carta sullo schermo. Cambiano le modalità di revisione, la collaborazione, la possibilità di integrare immagini, link, video... E cambia anche il modo in cui pensiamo e costruiamo il testo.
Valentino Curreri
Sì, e il ruolo dell’educatore si trasforma. Non è più solo “correttore di bozze”, ma facilitatore, guida, a volte anche “regista” di processi collaborativi. Deve aiutare gli studenti a selezionare, valutare, condividere informazioni in modo responsabile. E, come abbiamo visto in tanti episodi, questa consapevolezza va maturata a tutti i livelli: dalla progettazione del curricolo alla valutazione, fino alla documentazione delle esperienze.
Sandra Catellani
E qui, secondo me, c’è una sfida enorme: come si valuta la scrittura digitale? Non basta più guardare l’ortografia, bisogna considerare la capacità di integrare fonti, di usare i media, di costruire un discorso multimodale. Insomma, l’educatore oggi deve essere un po’ “tuttologo digitale”.
Valentino Curreri
E non è facile, Sandra. Ma è proprio questa la direzione: integrare, non sostituire. Le competenze tradizionali restano fondamentali, ma si arricchiscono di nuove dimensioni. E qui entra in gioco la multimodalità.
Chapter 3
Multimodalità e pratiche didattiche inclusive
Sandra Catellani
La multimodalità, ormai, è la regola. Non si impara più solo con il libro e la penna, ma con linguaggi verbali, visivi, corporei, digitali... Pensa a un laboratorio dove il coding incontra il teatro: i ragazzi programmano piccoli robot che recitano una scena. È successo davvero, eh! E lì vedi come la tecnologia diventa un ponte tra creatività, logica e comunicazione.
Valentino Curreri
Sì, e queste pratiche sono potentissime per l’inclusione. Perché ogni studente può trovare il suo canale espressivo: chi ama disegnare, chi preferisce parlare, chi si esprime meglio con il corpo o con la musica. L’importante è progettare attività che valorizzino questa diversità, come abbiamo visto anche nell’episodio sulla superdiversità.
Sandra Catellani
E qui mi viene da dire: la vera inclusione non è solo “aggiungere” strumenti digitali, ma pensare a strategie che permettano a tutti di partecipare. Ad esempio, usare oggetti transmediali, come i cartoni animati o i videogiochi, per coinvolgere anche chi ha difficoltà con la lingua o con la scrittura tradizionale.
Valentino Curreri
Esatto. E serve anche una certa dose di flessibilità da parte degli insegnanti. Non c’è una ricetta unica: bisogna osservare, ascoltare, adattare. E, come dicevamo in un episodio precedente, usare la riflessione come strumento per riconoscere e valorizzare le risorse di ciascuno.
Sandra Catellani
Ecco, la multimodalità non è solo una moda, ma una necessità per rendere l’apprendimento davvero accessibile e significativo. Ma, attenzione, serve anche pensiero critico. Perché non tutto quello che è digitale è automaticamente buono o inclusivo.
Chapter 4
Pensiero critico ed etica nell’era digitale
Valentino Curreri
Qui tocchiamo un punto delicatissimo: il pensiero critico e l’etica digitale. In un mondo dove le informazioni viaggiano alla velocità della luce, saper riconoscere bias, fake news e manipolazioni è fondamentale. E non è solo una questione tecnica, ma anche etica.
Sandra Catellani
Sai, una volta uno studente mi ha stupito: durante una discussione su una notizia virale, ha fatto un semplice controllo delle fonti e ha smascherato una fake news in due minuti. Mi sono sentita orgogliosa, ma anche un po’ preoccupata: quanti adulti avrebbero fatto lo stesso?
Valentino Curreri
Eh, purtroppo pochi. Ecco perché insegnare l’etica digitale è una sfida enorme. Non basta dire “controllate le fonti”, bisogna allenare la mente a dubitare, a chiedersi “chi c’è dietro questa informazione?”, “quali interessi ci sono in gioco?”.
Sandra Catellani
E poi c’è il tema dell’Intelligenza Artificiale: come facciamo a fidarci dei sistemi automatizzati? Come valutiamo la trasparenza e l’affidabilità delle informazioni? Sono domande che dobbiamo porci ogni giorno, e che dobbiamo insegnare a porre anche agli studenti.
Valentino Curreri
Sì, e qui entra in gioco anche la fiducia nei sistemi educativi e tecnologici. Dobbiamo costruire cittadini critici, consapevoli, capaci di gestire il rapporto uomo-macchina in modo etico e sostenibile. E questo ci porta dritti al tema dell’inclusione nella superdiversità.
Chapter 5
Inclusione e superdiversità nelle aule contemporanee
Valentino Curreri
Le nostre classi sono sempre più superdiverse: culture, lingue, abilità, esperienze sociali... Progettare curricula che valorizzino queste differenze è una delle sfide più grandi della scuola di oggi. Mi viene in mente un progetto interculturale che ho seguito in una primaria: ogni bambino portava una storia della propria famiglia, e poi la trasformavamo insieme in un racconto digitale. Un’esperienza che ha cambiato il clima della classe.
Sandra Catellani
Che bello, Valentino. E in questi contesti, gli strumenti digitali possono fare la differenza, ma solo se sono adattati ai bisogni di tutti. Pensa agli studenti con bisogni educativi speciali: la tecnologia può essere un ponte, ma anche una barriera se non viene usata con attenzione.
Valentino Curreri
Esatto. L’inclusione non è solo una questione di accesso agli strumenti, ma di progettazione educativa rispettosa della pluralità. Bisogna creare ambienti dove ogni studente si senta riconosciuto e valorizzato, come abbiamo discusso anche nell’episodio sulla UDL e DigCompEdu.
Sandra Catellani
E qui la formazione degli insegnanti è fondamentale. Non basta conoscere le tecnologie, bisogna saperle integrare in modo flessibile, creativo e critico. Solo così possiamo garantire un’educazione equa e accessibile a tutti.
Valentino Curreri
E questa attenzione all’inclusione ci prepara anche alle sfide future: Intelligenza Artificiale, robotica, soft skills... tutto si intreccia.
Chapter 6
Tendenze future: Intelligenza Artificiale, robotica e soft skills
Sandra Catellani
Parliamo di futuro, allora! Le competenze digitali stanno evolvendo a una velocità pazzesca. L’Intelligenza Artificiale e la robotica stanno già cambiando il modo di apprendere e insegnare. Recentemente ho visto una sperimentazione di robotica collaborativa in una scuola media: i ragazzi lavoravano in gruppo con piccoli robot programmabili, imparando non solo a programmare, ma anche a collaborare, a risolvere problemi, a gestire conflitti. E, soprattutto, a divertirsi!
Valentino Curreri
Sì, e qui entrano in gioco le soft skills: empatia, creatività, capacità di lavorare in team. Sono competenze che nessun algoritmo potrà mai sostituire davvero. L’automazione potrà anche prendere il posto di certi lavori, ma non di quelli che richiedono un tocco umano.
Sandra Catellani
E non dimentichiamo il coding, il making, il tinkering: tutte pratiche che sviluppano pensiero critico, resilienza, capacità di adattamento. In un mondo che cambia così in fretta, queste competenze sono oro puro.
Valentino Curreri
Ma attenzione, Sandra: dobbiamo anche chiederci quali saranno gli effetti a lungo termine di queste tecnologie. Non rischiamo di creare dipendenza? O di amplificare il divario digitale? Serve un monitoraggio attento, e soprattutto una formazione continua per tutti, docenti e studenti.
Sandra Catellani
Assolutamente. E qui entrano in gioco le politiche educative e i modelli di formazione. Ma su questo, ti lascio la parola per le riflessioni conclusive.
Chapter 7
Politiche, modelli e riflessioni conclusive
Valentino Curreri
Grazie, Sandra. Allora, chiudiamo con uno sguardo alle politiche e ai modelli che possono guidarci. Framework come DigComp 2.2 e DigCompEdu sono fondamentali per sostenere l’alfabetizzazione digitale nelle scuole. Ma non bastano le linee guida: serve investire nella formazione continua degli insegnanti, ripensare gli spazi di apprendimento, promuovere ambienti collaborativi e inclusivi.
Sandra Catellani
E serve anche il coraggio di sperimentare, di sbagliare, di innovare. La scuola del futuro dovrà essere un ecosistema aperto, dove le New Literacies sono il filo conduttore per una cittadinanza attiva, critica e resiliente. E, come dice il libro, non servono slogan facili, ma politiche serie e responsabili.
Valentino Curreri
La sfida per il prossimo decennio sarà proprio questa: costruire un sistema educativo capace di ridurre le disuguaglianze, integrare le competenze digitali e umane, e preparare gli studenti a un mondo sempre più complesso e interconnesso. Non sarà facile, ma è una sfida che vale la pena affrontare.
Sandra Catellani
E con questa riflessione, chiudiamo il nostro viaggio nelle New Literacies. Ma, attenzione, il viaggio non finisce qui: ci saranno ancora tante domande, nuove sfide e, speriamo, altri episodi da esplorare insieme. Grazie a tutti per averci seguito, grazie Valentino per le tue riflessioni sempre puntuali e... ci sentiamo presto!
Valentino Curreri
Grazie a te, Sandra, e grazie a chi ci ha ascoltato. Alla prossima avventura tra didattica, tecnologia e, ovviamente, un pizzico di ironia artificiale. Ciao a tutti!
