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[08] Capire l'Environmental Literacy

Sandra e Valentino esplorano il concetto di Environmental Literacy, dalle sue origini agli sviluppi recenti, con un focus speciale sul ruolo dei media e delle nuove competenze digitali nella sostenibilità. L'episodio analizza il capitolo di Marta Rocchi, mettendo in luce l'importanza della coscienza critica e dell'azione consapevole per una cittadinanza responsabile.


Chapter 1

Le radici dell'Environmental Literacy

Sandra Catellani

Ciao a tutti e bentornati a Didattica delle New Literacies! Io sono Sandra Catellani, e con me c’è come sempre Valentino Curreri. Oggi ci addentriamo in un tema che, secondo me, è diventato sempre più urgente: l’Environmental Literacy. E lo facciamo partendo proprio dalle sue radici storiche, come racconta Marta Rocchi nel capitolo 7 del libro "Didattica delle New Literacies", curato da Pier Cesare Rivoltella e Chiara Panciroli.

Valentino Curreri

Ciao Sandra, ciao a tutti! Sì, oggi parliamo di un concetto che nasce negli anni Sessanta, quando Charles Roth si chiese: “Come riconosciamo un cittadino ambientalmente alfabetizzato?” Era il 1968, e già si sentiva l’eco delle preoccupazioni sollevate da Rachel Carson sul DDT e l’impatto ambientale. Poi, negli anni Settanta, con il National Environmental Education Act negli Stati Uniti, il termine Environmental Literacy inizia a diffondersi davvero.

Sandra Catellani

Esatto, e se ci pensiamo, le priorità ambientali di allora erano molto diverse da quelle di oggi. All’epoca si parlava soprattutto di inquinamento e conservazione, mentre oggi la sostenibilità è diventata una parola chiave. Valentino, secondo te, come sono cambiate queste priorità nel tempo?

Valentino Curreri

Guarda, secondo me c’è stata una trasformazione profonda. Prima si puntava a risolvere problemi specifici, ora invece si cerca di capire le cause sistemiche e di promuovere comportamenti sostenibili a tutti i livelli. E questa evoluzione si riflette proprio nel concetto di Environmental Literacy, che non è più solo conoscenza, ma anche azione e responsabilità.

Chapter 2

Definizioni e differenze chiave

Sandra Catellani

E qui arriviamo a una delle questioni più interessanti che Rocchi affronta nel capitolo: le differenze tra Environmental Literacy, Ecological Literacy ed Ecoliteracy. Non so te, ma io all’inizio facevo una gran confusione tra questi termini!

Valentino Curreri

Eh, non sei l’unica! Allora, Environmental Literacy, secondo la definizione più accettata, comprende consapevolezza, conoscenza, competenze e motivazione per affrontare i problemi ambientali. Mentre l’Ecological Literacy si concentra di più sulla comprensione dei sistemi ecologici e delle relazioni causa-effetto. L’Ecoliteracy, invece, aggiunge una dimensione olistica e spirituale, puntando sulla sostenibilità e sulla partecipazione attiva.

Sandra Catellani

Mi viene in mente un progetto scolastico che ho seguito anni fa: i ragazzi erano bravissimi a studiare i dati sull’inquinamento, ma quando si trattava di proporre azioni concrete, lì si vedeva la differenza tra chi aveva solo conoscenza e chi era davvero “environmentally literate”. È proprio questa la sfida, no?

Valentino Curreri

Sì, perché come dice Roth, “una persona consapevole non è necessariamente ambientalmente alfabetizzata”. Serve passare dalla teoria alla pratica, e questo vale anche per noi adulti, non solo per gli studenti.

Chapter 3

L'evoluzione negli anni '80 e '90

Valentino Curreri

Negli anni Ottanta e Novanta, il discorso si sposta: entra in gioco l’approccio scientifico e sistemico, soprattutto con l’Ecological Literacy. Paul Risser, nel 1986, sottolinea la necessità di una literacy specifica sull’ecologia, mentre David Orr, nel 1992, parla addirittura di crisi educativa-ecologica. Secondo lui, la crisi ambientale è anche una crisi dell’educazione.

Sandra Catellani

E qui mi viene da chiederti: ma la scuola di oggi, secondo te, integra davvero questi temi? Perché io vedo ancora tanta frammentazione, come se l’educazione ambientale fosse una materia a parte, invece che un filo conduttore.

Valentino Curreri

Hai ragione, Sandra. C’è ancora molta strada da fare. Spesso si lavora per progetti, ma manca una visione sistemica. Eppure, come dice anche Rocchi, la sostenibilità dovrebbe essere una prospettiva trasversale, non un argomento “extra”.

Sandra Catellani

Sì, e forse serve anche più coraggio nel ripensare i curricula, proprio come suggeriva Orr: una ristrutturazione radicale, non solo qualche aggiustamento qua e là.

Chapter 4

Ecoliteracy e sostenibilità

Sandra Catellani

A proposito di visione olistica, Fritjof Capra, negli anni Novanta, introduce il termine Ecoliteracy. Qui la sostenibilità diventa centrale, insieme a una dimensione spirituale e alla partecipazione attiva. Mi piace molto questa idea di “head, heart, hands and spirit”, cioè testa, cuore, mani e spirito.

Valentino Curreri

Sì, è un approccio che va oltre la semplice conoscenza. Penso a una scuola italiana che ho visitato qualche anno fa: avevano avviato un orto didattico, ma non era solo coltivare piante. Era un modo per coinvolgere i ragazzi in tutte le fasi, dalla progettazione alla cura, fino alla riflessione su cosa significa essere parte di una comunità sostenibile.

Sandra Catellani

Bellissimo esempio! Ecco, lì si vede come l’Ecoliteracy non sia solo teoria, ma anche esperienza vissuta. E forse è proprio questo che manca spesso: la possibilità di “fare” e non solo di “sapere”.

Valentino Curreri

Esatto, e Capra insiste molto su questo: la sostenibilità non si insegna solo con le lezioni frontali, ma si costruisce con la partecipazione attiva e la consapevolezza di far parte di un sistema più grande.

Chapter 5

Ruolo delle istituzioni e delle comunità

Valentino Curreri

Un altro aspetto che Rocchi sottolinea è il ruolo delle istituzioni e delle comunità. L’Environmental Literacy si promuove sia con programmi educativi formali, come quelli scolastici e universitari, sia con iniziative informali nelle comunità locali.

Sandra Catellani

E qui le università stanno facendo passi avanti, anche in Italia. Mi viene in mente la collaborazione tra atenei e associazioni ambientaliste, che spesso porta a progetti molto concreti sul territorio. Valentino, tu hai qualche esperienza diretta?

Valentino Curreri

Sì, qualche anno fa abbiamo lavorato con alcune associazioni locali per monitorare la qualità dell’aria in città. Gli studenti non solo raccoglievano dati, ma partecipavano anche a incontri pubblici per discutere i risultati con la comunità. È stato un modo per collegare la teoria alla realtà e per far capire che la sostenibilità si costruisce insieme.

Sandra Catellani

Ecco, questo è un esempio perfetto di come l’Environmental Literacy possa diventare un processo collettivo, non solo individuale.

Chapter 6

Cittadinanza ambientale e collettiva

Sandra Catellani

E infatti, nel capitolo si parla anche di Environmental Citizenship e Collective Environmental Literacy. Due concetti che puntano proprio sull’impatto dell’impegno civico responsabile, sia a livello personale che di comunità.

Valentino Curreri

Sì, la Environmental Citizenship è il comportamento responsabile di chi agisce come agente di cambiamento, sia nel privato che nel pubblico, a livello locale, nazionale e globale. La Collective Environmental Literacy, invece, mette l’accento sull’azione collettiva e sulle risorse condivise. È un processo dinamico, che si adatta ai cambiamenti e si basa sulla sinergia di gruppo.

Sandra Catellani

Però, diciamolo, non è sempre facile. Quali ostacoli incontrano le azioni collettive? Io penso alla difficoltà di coordinarsi, alle differenze di interesse, ma anche alla mancanza di risorse o di tempo.

Valentino Curreri

Sì, e aggiungerei anche la fatica di mantenere alta la motivazione nel tempo. Però, quando si riesce a creare una vera comunità, i risultati possono essere sorprendenti. E la scuola, secondo me, può essere un laboratorio perfetto per sperimentare queste dinamiche.

Chapter 7

Media, Ecomedia Literacy e sensibilizzazione

Valentino Curreri

Un altro tema centrale del capitolo di Rocchi è il ruolo dei media, soprattutto quelli audiovisivi, nella promozione dell’Environmental Literacy. Qui entra in gioco l’Ecomedia Literacy, che unisce la media literacy alle questioni ambientali e di sostenibilità.

Sandra Catellani

Sì, e oggi i media hanno un potere enorme nel sensibilizzare, ma anche nel confondere. Penso a certi documentari che hanno davvero cambiato la percezione pubblica su temi come il cambiamento climatico. Ma bisogna anche saperli leggere in modo critico, per evitare il rischio di greenwashing o di sensazionalismo.

Valentino Curreri

Assolutamente. L’Ecomedia Literacy, come la definisce López, insegna a capire il rapporto tra media e sistemi viventi, sia dal punto di vista dell’impatto ambientale delle tecnologie, sia da quello delle narrazioni che influenzano la cultura e i comportamenti.

Sandra Catellani

Ecco perché è importante sviluppare una capacità critica, non solo consumare passivamente. Solo così i media possono diventare alleati nella costruzione di una cultura della sostenibilità.

Chapter 8

Il capitolo di Marta Rocchi

Sandra Catellani

A questo punto, entriamo nel vivo del capitolo 7, “Environmental Literacy: ambiente, sostenibilità, media”, scritto da Marta Rocchi. Un testo che, secondo me, riesce a mettere insieme tutti questi fili: la storia, le definizioni, il ruolo delle istituzioni, la cittadinanza e i media.

Valentino Curreri

Sì, e Rocchi insiste molto sul ruolo delle nuove literacy per comprendere la complessità ambientale. C’è una citazione che mi ha colpito: “L’Environmental Literacy si configura come un prerequisito fondamentale per incoraggiare e guidare gli atteggiamenti delle nuove generazioni verso pratiche e stili di vita rispettosi dell’ambiente.”

Sandra Catellani

Bellissima. E aggiungerei che la coscienza critica e l’informazione sono le chiavi per passare dalla consapevolezza all’azione. In fondo, è questo il messaggio centrale del capitolo: non basta sapere, bisogna anche saper agire e comunicare in modo responsabile.

Valentino Curreri

E qui le New Literacies diventano strumenti indispensabili per affrontare le sfide educative e sociali del nostro tempo.

Chapter 9

Didattica digitale e sostenibilità

Valentino Curreri

Un altro punto che Rocchi sottolinea è la necessità di integrare l’educazione ambientale nei percorsi di didattica digitale. Non basta insegnare a usare le tecnologie, bisogna anche riflettere sul loro impatto e sulle opportunità che offrono per promuovere la sostenibilità.

Sandra Catellani

Guarda, mi ricordo la prima volta che ho provato a introdurre il tema della sostenibilità in un laboratorio digitale. Non è stato facile: i ragazzi erano abituati a pensare alla tecnologia come qualcosa di “neutro”, senza collegarla all’ambiente. Ma quando abbiamo iniziato a ragionare sull’impronta ecologica dei dispositivi, si sono accese delle lampadine.

Valentino Curreri

Sì, e qui le metodologie innovative, come il project-based learning, possono aiutare a sviluppare competenze trasversali: pensiero critico, problem solving, collaborazione. Tutte abilità fondamentali per una cittadinanza attiva e consapevole.

Sandra Catellani

E forse la sfida più grande è proprio questa: far capire che la sostenibilità non è un tema “in più”, ma una lente attraverso cui guardare tutto il resto, anche la didattica digitale.

Chapter 10

Interconnessioni tra ambiente, media e cittadinanza

Sandra Catellani

E arriviamo così all’ultima tappa del nostro percorso di oggi: come ambiente, sostenibilità e media si intrecciano per costruire una cittadinanza consapevole. Le nuove literacy, come abbiamo visto anche nelle scorse puntate, sono la chiave per affrontare le sfide educative globali.

Valentino Curreri

Sì, e se penso alle competenze chiave per i cittadini di domani, direi: consapevolezza critica, capacità di agire in modo responsabile, abilità di comunicare e collaborare, e soprattutto la voglia di imparare continuamente. Non basta più essere “alfabetizzati” in senso tradizionale, serve una nuova alfabetizzazione che tenga insieme ambiente, tecnologia e società.

Sandra Catellani

Sono d’accordo. E forse la vera sfida è proprio questa: aiutare le nuove generazioni a diventare cittadini capaci di leggere la complessità, di agire insieme e di costruire un futuro più sostenibile. Ma, come sempre, il viaggio continua…

Valentino Curreri

Esatto, Sandra. E noi saremo qui a raccontarlo, puntata dopo puntata. Grazie a tutti per averci seguito, e grazie a te Sandra per questa bella chiacchierata.

Sandra Catellani

Grazie a te Valentino, e grazie a chi ci ascolta ogni settimana. Alla prossima puntata di Didattica delle New Literacies! Ciao a tutti!

Valentino Curreri

Ciao, arrivederci!