[07] Diversity Literacies e Inclusione
Un viaggio approfondito nel capitolo 'Diversity Literacies: intersezionalità, intercultura, equità' di Davide Zoletto, dal libro 'Didattica delle New Literacies'. Esploriamo come le nuove literacies plasmino pratiche educative inclusive e rispondano alle sfide di società sempre più complesse e superdiverse.
Chapter 1
Contestualizzare le Literacies
Sandra Catellani
Ciao a tutti e bentornati a "Didattica delle New Literacies"! Io sono Sandra Catellani, e con me c’è come sempre Valentino Curreri. Oggi ci addentriamo nel sesto capitolo del libro "Didattica delle New Literacies", quello dedicato alle Diversity Literacies: intersezionalità, intercultura, equità, scritto da Davide Zoletto e curato da Pier Cesare Rivoltella e Chiara Panciroli. Valentino, ti va di rompere il ghiaccio?
Valentino Curreri
Volentieri, Sandra! Allora, la prima cosa che mi ha colpito di questo capitolo è proprio l’idea che le pratiche di lettura e scrittura non siano mai neutre, ma siano sempre pratiche sociali, culturali e politiche. C’è una citazione che mi ha colpito, di Bearne e Marsh, che dicono che la literacy è "una pratica sociale, culturale e politica". Ecco, questo ci porta subito a chiederci: in che modo i contesti storici e sociali influenzano le literacies?
Sandra Catellani
Sì, e qui il capitolo è molto chiaro: non possiamo pensare alle literacies come qualcosa di statico o universale. Cambiano a seconda delle relazioni di potere, delle condizioni materiali, delle storie personali e collettive. Mi viene in mente anche Paulo Freire, che viene citato spesso: per lui, leggere il mondo era tanto importante quanto leggere le parole. E questa visione è ancora attualissima, soprattutto se pensiamo alle sfide di oggi.
Valentino Curreri
Assolutamente. E non dimentichiamo che anche Allan Luke e James Paul Gee, che sono tra i padri del paradigma delle multiliteracies, insistono sul fatto che la literacy va studiata nel contesto delle pratiche sociali, culturali, storiche, politiche ed economiche. Quindi, ogni volta che parliamo di literacies, dobbiamo chiederci: quali sono le condizioni, le tensioni, le opportunità e i vincoli che le plasmano?
Sandra Catellani
Ecco, e questa attenzione al contesto è fondamentale anche per chi, come noi, si occupa di didattica e innovazione. Perché se non partiamo da qui, rischiamo di proporre soluzioni che non funzionano davvero nella realtà delle classi, che sono sempre più complesse e sfaccettate.
Chapter 2
Superdiversità e Complessità nei Contesti Educativi
Valentino Curreri
A proposito di complessità, il capitolo introduce subito la teoria della superdiversità di Steven Vertovec. Ora, io lo ammetto, la prima volta che ho sentito questo termine mi sono un po’ perso... Ma poi, lavorando in università, mi sono reso conto di cosa significa davvero. Mi ricordo una lezione in cui avevo studenti di sei nazionalità diverse, con background linguistici e culturali completamente differenti. E lì ho dovuto rivedere tutto il mio modo di insegnare, perché non potevo più dare nulla per scontato.
Sandra Catellani
Eh, la superdiversità non è solo una questione di provenienza geografica, ma riguarda anche età, genere, condizioni socio-economiche, repertori linguistici... È proprio quell’intreccio di elementi che rende ogni classe unica. E il concetto di intersezionalità, che viene spiegato molto bene nel capitolo, ci aiuta a capire che le identità non sono mai semplici o lineari, ma si costruiscono nell’incrocio di tanti fattori.
Valentino Curreri
Sì, e questa prospettiva ci obbliga a superare le vecchie categorie, tipo "studenti italiani" e "studenti stranieri", che ormai non dicono più nulla. Dobbiamo imparare a leggere la complessità reale delle biografie e dei percorsi di apprendimento. E, come dice Zoletto, la superdiversità ci invita a considerare una molteplicità di elementi nell’analisi dei contesti educativi, soprattutto dove c’è una forte presenza migratoria.
Sandra Catellani
Ecco, e qui mi viene da dire che questa attenzione alla complessità è qualcosa che abbiamo già toccato anche parlando di Environmental Literacy, nell’episodio scorso. Anche lì, la pluralità di prospettive era fondamentale. Qui, però, la sfida è ancora più intricata, perché riguarda le persone, le loro storie, le loro lingue, i loro sogni.
Chapter 3
Postdigitalità e Pratiche Onlife
Sandra Catellani
E a proposito di intrecci, il capitolo parla anche di ecosistemi mediali postdigitali. Ormai, la distinzione tra online e offline è sempre più sfumata, soprattutto a scuola. Valentino, tu come la vedi? Esistono ancora confini chiari tra digitale e analogico?
Valentino Curreri
Mah, guarda, io credo che ormai siamo tutti un po’ "onlife", come dice Floridi. Cioè, viviamo in un continuo passaggio tra reale e virtuale, e questo si riflette anche nelle pratiche educative. Pensa solo a come usiamo i dispositivi digitali in classe: non sono più strumenti "aggiuntivi", ma parte integrante della didattica e della costruzione delle identità degli studenti.
Sandra Catellani
Sì, e il capitolo lo dice chiaramente: le esperienze reali e virtuali sono sempre più intrecciate, e questo cambia anche il modo in cui si formano le identità, sia degli studenti che degli insegnanti. Non è più possibile separare nettamente ciò che succede online da quello che accade offline. E questo, tra l’altro, rende ancora più evidente la necessità di sviluppare competenze trasversali, che sappiano muoversi tra mondi diversi.
Valentino Curreri
E poi, la superdiversità stessa è ormai legata alle pratiche digitali. Gli studenti portano in classe non solo le loro lingue e culture, ma anche i loro repertori digitali: social, videogiochi, app... Tutto questo diventa parte della loro identità e delle loro modalità di apprendimento. E noi, come educatori, dobbiamo tenerne conto, altrimenti rischiamo di parlare una lingua che non è più la loro.
Sandra Catellani
Esatto, e qui mi viene da pensare a quanto sia importante, oggi, progettare attività che tengano insieme queste dimensioni, senza forzare separazioni che non esistono più. È una sfida, ma anche una grande opportunità per rendere la scuola più vicina alla realtà dei ragazzi.
Chapter 4
Prospettiva Postcoloniale e Critica sulle Identità
Valentino Curreri
E qui arriviamo a un punto che secondo me è cruciale: la prospettiva postcoloniale e critica sulle identità. Il capitolo insiste molto sul rischio di riprodurre, anche inconsapevolmente, rappresentazioni stereotipate o addirittura coloniali delle culture. E questo, purtroppo, succede ancora troppo spesso, anche a scuola.
Sandra Catellani
Sì, e la citazione chiave del capitolo lo dice chiaramente: "Le nuove literacies richiedono una comprensione profonda delle diversità sociali e culturali." Non basta più "adattare" la didattica ai gruppi marginalizzati, bisogna proprio ripensare le pratiche educative in modo che rispondano alle conoscenze, alle pratiche e alle aspirazioni delle comunità più a rischio di esclusione.
Valentino Curreri
E qui entra in gioco il paradigma delle multiliteracies, che ci invita a valorizzare i repertori plurilingui e interculturali degli studenti, senza considerarli mai come "mancanze" da colmare, ma come risorse preziose. È un cambio di prospettiva che richiede anche una certa dose di autocritica, sia personale che istituzionale.
Sandra Catellani
E non è facile, perché spesso siamo abituati a vedere gli studenti come "fogli bianchi", quando invece arrivano a scuola già con un bagaglio di esperienze, linguaggi, pratiche digitali... La sfida è proprio partire da lì, coinvolgendo anche le famiglie e le comunità, come suggerisce Anne Haas Dyson, citata nel capitolo.
Valentino Curreri
Sì, e questo vale anche per le pratiche digitali: i ragazzi spesso imparano molto di più fuori dalla scuola, nei loro contesti di vita, che non tra i banchi. Dobbiamo imparare a riconoscere e valorizzare queste competenze, anche quando non corrispondono ai canoni tradizionali.
Chapter 5
Il Paradigma delle Multiliteracies
Sandra Catellani
E qui entriamo nel cuore del paradigma delle multiliteracies. Valentino, vuoi spiegare in due parole cosa sono e perché sono così cruciali oggi?
Valentino Curreri
Certo! Le multiliteracies sono, in sostanza, la consapevolezza che oggi non esiste più una sola forma di literacy, ma una pluralità di linguaggi, competenze e modalità di espressione. Questo è fondamentale perché la scuola possa valorizzare tutte le risorse degli studenti, non solo quelle legate alla lingua scritta tradizionale.
Sandra Catellani
E qui mi viene in mente un progetto scolastico che ho seguito qualche anno fa: una classe ha realizzato un percorso interculturale usando video, podcast, fumetti digitali, e persino videogiochi per raccontare le proprie storie. È stato incredibile vedere come ogni studente trovasse il suo modo di esprimersi, e come la pluralità dei linguaggi diventasse una ricchezza per tutti.
Valentino Curreri
Bellissimo esempio, Sandra! E il capitolo sottolinea proprio questo: il digitale, la crossmedialità, le culture dei pari... tutto questo può diventare una risorsa preziosa per costruire ambienti educativi più inclusivi, dove ognuno può trovare il proprio spazio di partecipazione e di espressione.
Sandra Catellani
E non dimentichiamo che le multiliteracies non sono solo una questione di strumenti, ma anche di consapevolezza critica: capire come i media rappresentano il mondo, come possiamo partecipare attivamente, come possiamo usare le tecnologie per abbattere barriere e costruire ponti.
Chapter 6
Equità Educativa e Inclusione
Valentino Curreri
E qui arriviamo a uno dei temi più forti del capitolo: l’equità educativa come cuore di una società giusta e inclusiva. Zoletto lo dice chiaramente: non può esserci vera inclusione senza equità. E questo richiede metodologie didattiche critiche e inclusive, capaci di rispondere alle sfide della superdiversità.
Sandra Catellani
Sì, e qui mi viene in mente un workshop che ho tenuto qualche tempo fa. Una studentessa mi ha raccontato come le nuove tecnologie abbiano abbattuto per lei delle barriere linguistiche che sembravano insormontabili. Grazie a strumenti digitali, è riuscita a partecipare attivamente alle lezioni, a collaborare con i compagni, a sentirsi finalmente parte della classe. È stato un momento che mi ha fatto capire quanto sia importante progettare attività che mettano davvero tutti nelle condizioni di esprimersi.
Valentino Curreri
Ecco, questi sono i piccoli grandi cambiamenti che fanno la differenza. L’inclusione non è solo una questione di accesso, ma di partecipazione reale, di riconoscimento delle differenze come valore. E qui le nuove literacies, se usate con consapevolezza, possono davvero diventare uno strumento potente per promuovere equità e giustizia sociale.
Sandra Catellani
E, come abbiamo visto anche in altri episodi, la scuola deve essere sempre più un laboratorio di cittadinanza attiva, dove si impara a convivere, a dialogare, a costruire insieme. Le multiliteracies sono una chiave fondamentale per aprire queste porte.
Chapter 7
AI Literacies e Nuove Competenze
Sandra Catellani
E infine, non possiamo non parlare del ruolo emergente delle AI Literacies. Il capitolo lo dice chiaramente: oggi, tra le nuove competenze, ci sono anche quelle conversazionali e critiche con l’Intelligenza Artificiale. Valentino, secondo te come possono gli insegnanti integrare queste competenze per promuovere l’inclusione?
Valentino Curreri
Guarda, è una domanda che mi faccio spesso anch’io. Credo che la chiave sia proprio quella di vedere l’AI non solo come uno strumento tecnico, ma come un ambiente di conversazione, di partecipazione. Come scrivono Rivoltella e Panciroli, "una nuova AI Literacy deriva precisamente da questa competenza conversazionale di chi la utilizza". Quindi, insegnare a dialogare con l’AI, a porre domande, a valutare le risposte, a riflettere criticamente... tutto questo può aiutare a dare voce anche a chi, magari, fatica a esprimersi nei modi tradizionali.
Sandra Catellani
Sì, e penso che sia importante anche non avere paura di sperimentare. Le AI Literacies possono diventare un campo di indagine e di intervento prezioso, soprattutto nei contesti ad alta complessità. L’importante è mantenere sempre uno sguardo critico e inclusivo, per evitare che le nuove tecnologie diventino nuove barriere invece che nuove opportunità.
Valentino Curreri
Ecco, e forse la sfida più grande per noi educatori è proprio questa: imparare a muoverci tra vecchie e nuove literacies, tra analogico e digitale, tra locale e globale, senza mai perdere di vista l’obiettivo dell’inclusione e della partecipazione di tutti.
Sandra Catellani
E con questa riflessione, direi che possiamo chiudere qui il nostro viaggio di oggi. Grazie Valentino, come sempre, per le tue idee e la tua passione.
Valentino Curreri
Grazie a te, Sandra, e grazie a chi ci ha ascoltato. Continuate a seguirci, perché il viaggio nelle New Literacies è appena cominciato. Alla prossima!
Sandra Catellani
Ciao a tutti e buona didattica inclusiva!
